Sasso Marconi - Monghidoro - passo Futa - Firenzuola 7 e 8 Maggio 2016
aereisentieri
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Nuova esplorazione appenninica in bici, questa volta partiamo da Sasso Marconi, 10 chilometri a sud di Bologna. Nella foto il fiume Reno. Oltre a me e Eli c'è anche Bore, parcheggiamo in periferia e preparate le bici partiamo in direzione Rioveggio. Un paio di chilometri e poi svoltiamo in salita verso Badolo e il monte Adone. E qui la bici di Bore ha un'avaria, si spacca il cavetto che controlla il cambio posteriore. Dietro front, si torna a Sasso Marconi a cercare un ciclista, un'oretta e mezza persa. Ma veniamo al percorso, che si snoda tra la valle del Reno, quella del Sàvena, quella del Santerno e l'alto Mugello in Toscana.
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I due giorni .... da lontano.
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In rosso la tappa del sabato, circa 65 chilometri, 1750 metri di dislivello positivo e 1040 di negativo. In giallo la domenica, 91,5 chilometri, +1600 e - 2300 metri. Il sabato siamo partiti un pò tardi anche a causa del guasto alla bici di Bore, comunque siamo saliti verso il monte Adone, abbiamo proseguito lungo strade di crinale verso Monzuno, a mezzacosta verso la località Madonna dei Fornelli per poi svoltare verso il fondovalle dove scorre il fiume Sàvena. Risaliamo dalla parte opposta a Monghidoro, poi verso il passo della Raticosa e oltre alla Futa. La domenica mattina scendiamo a Firenzuola e poi ancora più in giù sempre lungo il torrente Santerno fino a Caltel del Rìo. Qui inizia una serie di salite e discese, non molto lunghe ma piuttosto ripide, scavalchiamo diversi crinali e attraversiamo 4 vallate prima di tornare a Sasso Marconi.
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In salita verso i monti Rocca e Adone, questo crinale molto roccioso è parte della riserva naturale Contrafforte del Pliocenico
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Alle 13e20 siamo a Monzuno e qui ci fermiamo per mangiare i nostri panini.
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lungo la strada tra Monzuno e Madonna dei Fornelli
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Un paio di chilometri prima di Madonna dei Fornelli scendiamo nel fondovalle del fiume Sàvena e poi risaliamo dalla parte opposta verso Monghidoro. Purtroppo il cielo si copre sempre più, come previsto.
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Monghidoro (840 m), "famoso" per essere il paese di Gianni Morandi. Per quel poco che abbiamo visto... il paese non è particolarmente bello, un sacco di case nuove vuote e molte palazzine anni 70 orrende. Aggiriamo il paese e ci immettiamo nella statale 65 della Futa, fino al passo della Raticosa è un inferno, sembra di girare in bici su una pista durante una gara di superbike.
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Fortunatamente inizia a piovere proprio mentre arriviamo al passo della Raticosa, così possiamo metterci al riparo e attendere che spiova. Dimenticavo, siamo entrati in Toscana.
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La pioggia è passata, scendiamo verso Pietramala e poi ricominciamo a salire verso il passo della Futa.
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la vallata del Santerno
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Alle 18e25 siamo alla Futa, un chilometro ancora e siamo in campeggio. Da questo passo siamo già pass.....transitati....durante la pedalata tra Massa e Arezzo, cliccate QUI
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Domenica mattina andiamo a visitare il cimitero tedesco della Futa
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Riprendiamo la strada, quasi tutta in discesa fino a Firenzuola, nell'alto Mugello. Nella foto Castro San Martino e sullo sfondo il monte Sasso di Castro
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Foto ricordo davanti alla Rocca di Firenzuola
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Il centro storico tra le due porte
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Lasciamo Firenzuola passando davanti ad una ventina di aziende che cavano e lavorano la "pietra serena" , poi solo boschi, vallate selvagge che si insinuano tra i monti e di fianco alla strada le limpide acque del Santerno
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Scendiamo lungo il Santerno per circa 22 chilometri, a Moranduccio rientriamo in Emilia e a Castel del Rìo lasciamo la valle per scollinare nella valle del Sillero
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Palazzo Alidosi, nel centro di Castel del Rìo. Passato il paese lasciamo la strada per Imola e iniziamo a salire i 300 metri che ci separano dal crinale.
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A Sassoleone ci fermiamo per pranzare, in un bel praticello pieno di margheritine
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Da Sassoleone andiamo a Sassonero, Pardella e poi scendiamo nella valle del torrente Idice inseguiti dalla pioggia.
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ricomincia a piovere, mettere la giacca
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Dalla valle dell'Idice saliamo altri 300 metri per poi scendere in quella del torrente Zena, poi su di nuovo e giù in quella del Sàvena. Ultima fatica tra Pianoro e Sasso Marconi, li bisogna salire alle pendici del monte Samorre.
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Per finire una birra accompagnata da pane toscano e porchetta arrosto... non si può solo faticare!!