4 giorni a zonzo sul Gran Sasso - 2-5 Agosto 2014
aereisentieri
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E finalmente sono arrivate le vacanze. A maggio dicevamo "mica potrà piovere in eterno, vedrai che ad agosto!....", a giugno e luglio stessa cosa, così è arrivato fine luglio e stava ancora piovendo. A 3 giorni dalla partenza, viste le previsioni meteo, dirottiamo la settimana di cammino dalle Dolomiti (dove non davano un giorno senza temporale pomeridiano) all'Abruzzo. Non è la prima volta che veniamo da queste parti, io sono salito sul Corno Grande più di una dozzina di anni fà, poi sono tornato qui con Eli durante una vacanza più in macchina che a piedi, infine abbiamo attraversato queste zone anche nel 2012 in bici, durante un'altra bellissima vacanza
(clicca QUI per le foto). Questa volta però faremo un piccolo trekking di 4 giorni, con tenda e tutto il resto sulle spalle. Nell'immagine vedete la traccia GPS, rosso e giallo sono per dividere le giornate di cammino. Qui sotto un pò di dati:
giorno 1: Pietracamela - val Maone - Prati di Tivo - rif.Franchetti - 15,8 chilometri - +1760 metri e - 370m
giorno 2: rif.Franchetti - sella dei 2 Corni - Corno Grande - rif.Duca degli Abruzzi - rifugio Garibaldi - 9,3 chilometri - +755m e - 960m
giorno 3: rif.Garibaldi - alta val Maone - sella dei Grilli - pizzo Cefalone - albergo Campo Imperatore - traversata Campo Imperatore - 21,7 chilometri - +900m e - 1380m
giorno 4: posto tenda nel nulla - rif.Fonte Vetica - monte Camicia - sella di Fonte Fredda - strada nei pressi di Rigopiano - 18 chilometri - + 1130m e - 1610m
TOT 64,8 chilometri e + 4545 metri
Cliccate QUI per vedere un breve video con qualche immagine dei 4 giorni.
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la vacanza però è iniziata così.... dopo essere partiti nel pomeriggio da casa, ci siamo fermati alle 22e30 a mangiare la piadina più buona del mondo a Torrette di Fano, in riva al mare.
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Dopo una notte di riposo ripartiamo alla volta di Pietracamela (1030m), sul versante Teramano del Gran Sasso, proprio all'imbocco della val Maone. Nella foto il Corno Grande (2912m) un pò nascosto dalla nebbia e il Corno Piccolo (2655m) leggermente più a destra
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Ultimi chilometri di strada, poi si comincia a camminare
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primo piano del bel paesino di Pietracamela, sopra l'Intermesoli. Parcheggiamo la macchina, sistemiamo le ultime cose nello zaino, riempiamo le borracce e si parte.
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primo autoscatto della vacanza
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Dal paese ci infiliamo nella boscosa e profonda val Maone, nella prima parte si cammina lungo una strada forestale, poi si passa ad un sentiero comunque sempre ben visibile. La risaliamo fino alle cascate del rio Arno, poi invece di continuare nella valle, svoltiano a sinistra nel sentiero che con un pò di saliscendi, in quaranta minuti porta alla località Prati di Tivo
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lungo il sentiero tra le cascate e Prati di Tivo, in alto il pizzo Intermesoli
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la comparsa di palazzine semivuote, baite in stile tirolese e baretti con musica ad alto volume, ci fà intuire di essere arrivatii alla stazione sciistica di Prati di Tivo (1465m)
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un bel parcheggione, diversi bar, qualche albergo, negozi di souvenir, noleggio sci e mountainbike, un impianto di risalita che porta a 2028 metri sotto il corno Piccolo, questa è Prati di Tivo
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Da Prati di T. proseguiamo fin dove termina la strada asfaltata, a quel punto un sentiero tra i prati guadagna il crinale che conduce alla località Madonnina (2028m), punto di arrivo della seggiovia da Prati. Sotto di noi le alte colline del teramano attraversate dall'autostrada Teramo - l'Aquila
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le levigate pareti del Corno Piccolo, meta di moltissimi arrampicatori
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dopo la Madonnina ci infiliamo nella valle delle Cornacchie, tra le grandi pareti del Corno Piccolo e i lunghissimi ghiaioni del Corno Grande. Su di un bel balcone roccioso è posto il rifugio Franchetti, noi ci fermeremo li vicino con la tenda. Il sentiero sale con parecchi zig zag tra pietroni e paretine, intanto sentiamo le urla lontane di quelli che sono impegnati sulle pareti: "libera!", "recupera!", "vieni!"...
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man mano che saliamo la nebbia avvolge tutto, la temperatura scende bruscamente
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Nei momenti in cui la nebbia si dirada cerchiamo di individuare da dove provengono le urla, ma non è affatto semplice
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fortunatamente quando arriviamo al Franchetti la nebbia è rimasta sotto, riusciamo ancora a goderci qualche raggio di sole, visto che siamo un pò intirizziti dal freddo
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montiamo le tenda e poi un autoscatto al Franchetti. Questa sera ci concediamo la cena in rifugio, strapieno, ci sono un paio di gite CAI con parecchi partecipanti, una da Ferrara e una da Brescia.
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la nostra comodissima casetta tra le rocce, sopra la vetta Orientale del Gran Sasso
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la lunga e grande parete del Corno Piccolo, più o meno in centro la vetta. Per la salita ci sono una via normale un pò attrezzata, una ferrata e parecchie via di roccia. Forse in foto non vi rendete conto delle dimensioni, comunque la foto è fatta con un 16 mm
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il piccolo e accogliente interno del rifugio dopo cena
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il Franchetti, la nostra tendina verde più un'altra rossa, più lontano i paesini illuminati sulle colline del teramano, dove terminano è la riva del mare
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ancora la nostra tendina, sotto un bel cielo stellato
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dopo una notte ventosa, alle sei caccio fuori la testa dalla tenda incuriosito da una strana luce giallastra
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molto evidente la costa all'alba, purtroppo il cielo si copre sempre più
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un bel cappuccio....
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.... e ci mettiamo in marcia con un vento gelido. Partono insieme a noi anche i Ferraresi che vorrebbero fare la ferrata del Corno Piccolo, anche se sono un pò dubbiosi a causa del pericolo di pioggia
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saliamo alla sella tra i due Corni e proseguiamo verso il passo del Cannone (2670m), il vento è davvero forte e in alcuni punti dobbiamo fermarci per non perdere l'equilibrio. I Ferraresi tornano al rifugio.
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sul sentiero a tratti "delicato", verso il passo del Cannone
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c'è ancora qualche nevaio, ma non pone particolari problemi. Passato il passo (scusate la ripetizione) del Cannone proseguiamo per andare ad intercettare la via normale al Corno Grande, già molto trafficata dagli escursionisti che arrivano da Campo Imperatore
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la normale sale lungo un ripido ghiaione e poi per delle roccette sempre molto semplici. Sopra Eli si vede una piccola parte del percorso di domani, dalla la sella dei Grilli al pizzo Cefalone
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bisogna fare parecchia attenzione per non far partire sassi che potrebbero colpire che stà più sotto, ma per il resto nessuna difficoltà. Il cielo sembra meno minaccioso e il vento, almeno su questo versante si è calmato parecchio
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Ecco la cima, oramai ci siamo
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poco prima di arrivare in cima compare il Ghiacciaio del Calderone, quello che ne rimane. Qualche info da Wikipedia:
"Il ghiacciaio del Calderone si trova in Abruzzo, provincia di Teramo, sul versante settentrionale del Corno Grande all'interno del massiccio del Gran Sasso d'Italia, nell'Appennino centrale (appennino abruzzese). Posto in una conca esposta direttamente a nord, chiusa e relativamente ombreggiata da due linee di cresta del Corno Grande, ad una quota compresa tra i 2650 e i 2850 metri s.l.m. è, con la sua latitudine di 42°28' N, considerato tradizionalmente il ghiacciaio più meridionale d'Europa, non essendosi contata in passato la catena dell'Elbrus e non essendo stati considerati come ghiacciai alcuni apparati[1] recentemente discussi in letteratura."
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Panorama verso est. In basso il bivacco Bafile, vero nido d'aquila, sopra il monte Camicia (lo saliremo dopodomani, dopo aver attraversato l'infinito campo Imperatore), a destra una parte dell'altopiano di Campo Imperatore e sopra tra la foschia la lunga cresta del gruppo della Majella. A sinistra del Campo Imperatore la cresta di cime percorsa del "sentiero del Centenario", una lunga cavalcata con alcuni tratti attrezzati e comunque con passaggi di terzo grado, per percorrerla tutta (dal Vado di Corno al rifugio Fonte Vetica) ci vogliono una dozzina di ore.
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zoommata sul bivacco Bafile
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in cima al Corno Grande del Gran Sasso, 2912 metri
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laggiù l'Aquila con tutti i suoi problemi. Pensavo fosse il capoluogo di provincia più alto dìItalia, invece ho scoperto che la battono Enna (992m) e Potenza (819m)
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Torniamo giù, ma non verso il Franchetti, ora andiamo verso il rifugio Duce degli Abruzzi. Mentre noi scendiamo salgono.... non esagero.... almeno 150 persone, tra cui una gita dell'oratorio con bambinetti di 5 o 6 anni, gente in mocassini e giacchetta di velluto, signore che sono sull'orlo dell'infarto miocardico.
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questo verde qui sotto si chiama Campo Pericoli, forse perchè è pieno di doline carsiche. Noi ora andremo al Duca degli Abruzzi e bere un thè, poi torneremo indietro un pezzo e scenderemo al rifugio Garibaldi, non gestito, dove dormiremo nel locale invernale.... molto molto spartano.
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il piccolo rifugio Duca degli Abruzzi (2388m), a solo un'oretta di cammino (o forse meno) dall'albergo Campo Imperatore, da qui si gode un ottimo panorama sul piano e sul Gran Sasso
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il Gran Sasso dal rifugio Duca degli Abruzzi
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in basso a destra l'albergo Campo Imperatore (2135m, quello rosso scuro), l'osservatorio e la stazione di arrivo della funivia che sale da Assergi (la partenza è in località Fonte Cerreto, 1090 metri).
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cominciamo a scendere verso il Garibaldi, dove pernotteremo.
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in questa zona non c'è una goccia di acqua, perciò risparmiamo un pò la scorta che abbiamo nello zaino recuperando della neve da un nevaio per fare la pasta
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nel campo Pericoli, in primo piano una delle tantissime doline di cui è costellato
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Eccolo qui il Garibaldi, da lontano lo vedi bene, ma poi quando scendi nel Campo Pericoli sparisce perchè è tutto un su e giù tra le vallette, lo rivedi quando sei arrivato. Ho segnato in rosso un pezzettino del percorso di domani, dal rifugio scenderemo fino ai 1957 metri del punto chiamato "Capanne", in val Maone, poi risaliremo l'erto pendio che sbuca alla sella dei Grilli, da li andremo a sinistra fino in cima al Cefalone (2533m)
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che lusso è??!! Questo è tutto quello che c'è nel locale sempre aperto del rifugio Garibaldi...... mi vengono in mente certe capanne in canton Ticino a cui mancherebbe solo l'aria condizionata. Prepariamo il letto sul soppalco, così è più caldo...
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stasera zuppa di cereali e legumi, parmigiano e .... basta. Eli si scalda un pò le mani sopra il fornelletto, fuori (e dentro) ci sono 5 o 6 gradi al massimo.
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Autoscatto al rifugio Garibaldi dopo cena (ore 20 circa), poco prima di andare a dormire
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Giorno 3, tempo bellissimo. Si parte per la giornata che risulterà la più lunga del trekking con i suoi quasi 22 chilometri.
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scendiamo attraverso prati pieni di fiori verso la località "Capanne" , in alto la sagoma scura del Gran Sasso
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alla sella dei Grilli, in alto la prossima meta, il pizzo Cefalone
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in basso Eli dopo aver percorso quasi tutta la cresta tra l'Intermesoli e il Cefalone, ma ora viene il tratto più impervio
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questa è la via della cresta nord, per cominciare ci si infila in questo canaletto ripido e sdrucciolevole
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c'è anche qualche bel passaggino un pò esposto, reso decisamente più fastidioso dallo zaino pesante che sbilancia
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ultimo pezzetto di cresta rocciosa e poi si arriva sulla ampia vetta del pizzo Cefalone (2533m)
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in cima al Cefalone
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iniziamo la discesa verso Campo Imperatore ed arriva la nebbia
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lungo il sentierino di cresta che porta dal Cefalone al passo della Portella e poi all'albergo Campo Imperatore
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a sinistra le rocciose bastionate del pizzo Cefalone
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un attimo e la nebbia sparisce.... verso sud
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l'osservatorio, in mezzo il Gran Sasso
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l'albergo Campo Imperatore, qualche info:
"L'hotel Campo Imperatore, anche noto come albergo di Campo Imperatore[1], è una struttura alberghiera posta a margine dell'altopiano di Campo Imperatore, sito a quota 2.200 metri sulle pendici di monte Aquila, nel massiccio del Gran Sasso d'Italia, all'interno del territorio comunale dell'Aquila.Realizzato negli anni trenta su progetto dell'ingegnere piemontese Vittorio Bonadè Bottino, progettista negli stessi anni delle strutture alberghiere a Sestriere e dell'hotel Principi di Piemonte a Torino. La struttura è famosa per essere stata, tra il 28 agosto ed il 12 settembre 1943, la prigione di Benito Mussolini sino alla sua liberazione avvenuta ad opera delle forze armate tedesche. Oggi è la principale struttura ricettiva dell'omonima stazione sciistica, nonché punto di partenza per l'escursionismo sul versante occidentale del Gran Sasso."
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il grande piano dal piazzale dell'albergo. Notare come durante la giornata si creano sempre parecchie nebbie che però si fermano sul versante teramano della cresta, quello che è verde e boscoso, mentre il versante aquilano è arido e sempre assolato
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sono le 14e20 e noi dobbiamo pranzare.... come si fa a non mangiare gli spiedini abruzzesi??
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Verso le 15 iniziamo la grande traversata, un'idea un pò balzana.... ma il posto è troppo bello per non volerlo fare. Chiaramente siamo gli unici in giro su questo pianone, non c'è nessun sentiero segnato, solo noi e un pò di mucche e cavalli dai quali conviene stare lontani.
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qualche interessante informazione su Campo Imperatore:
"L'altopiano, tra i più vasti d'Italia, si estende per un massimo di 18 km in lunghezza e 8 km di larghezza sulla direttrice che va da nord-ovest a sud-est, per una superficie complessiva di circa 75 km² quadrati, a una altitudine variabile tra i 1460 m della Val Voltigno fino ai 2138 m della stazione meteorologica, ed è compreso nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il noto alpinista Fosco Maraini lo paragonò, su piccola scala, alla valle di Phari Dzong, coniando il termine di Piccolo Tibet che è ancora oggi d'uso comune. Le precipitazioni sfiorano il valore di 900 mm annui con un picco in autunno e tendenza a rapida diminuzione scendendo verso la parte meridionale dell'altopiano. Si presentano a carattere nevoso nel periodo compreso tra novembre e aprile con accumuli consistenti durante tutto l'inverno. La temperatura è molto rigida e si attesta su una media di -4 °C nel mese più freddo (febbraio) e +11,2 °C in quello più caldo (agosto); in inverno nella parte bassa della piana si raggiungono facilmente temperature di -25 °C. L'intera vallata è stata spesso scenario d'eccezione per film e spot pubblicitari, tra cui si ricordano ...continuavano a chiamarlo Trinità con Bud Spencer & Terence Hill (1971), Il deserto dei Tartari con Vittorio Gassman e Philippe Noiret (1976) e Così è la vita con Aldo, Giovanni e Giacomo (1998), spot pubblicitari con testimonial d'eccezione (tra cui Leonardo DiCaprio) e anche alcune scene dei videoclip di Elisa (Eppure sentire (un senso di te)) e di Simona Molinari (Nell'aria). Nelle vicinanze, e in particolare a Rocca Calascio e Castel del Monte sono stati poi girati film di livello internazionale, come Ladyhawke con protagonisti Matthew Broderick, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer (1985), Il nome della rosa con Sean Connery (1986) e The American con George Clooney (2010), mentre all'interno dei laboratori nazionali del Gran Sasso, al di sotto dell'altopiano, è stato girato e ambientato il film L'orizzonte degli eventi con Valerio Mastandrea (2005)."
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Alle 20, abbastanza sfiniti, piantiamo la tenda nei pressi di una collinetta che si chiama monte Paradiso, ormai a solo un'oretta dal rifugio Fonte Vetica. Cuciniamo i nostri spaghetti e poi crolliamo dal sonno. Quello a sinistra in basso con varie punte, non è altro che il Gran Sasso, alle 15 eravamo ai suoi piedi, ora è piccolo e lontano.
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sotto la luna, il monte Paradiso
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Giorno 4, che bello alzarsi e sentire solo il leggero fruscio del vento, nessun altro minimo rumore. Colazione e poi si parte, prima dobbiamo raggiungere il rifugio Fonte Vetica e poi da li salire al monte Camicia (quello in alto a sinistra)
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Il Gran Sasso lontano, fotografato con il 200mm. Nel cerchiolino potete vedere il rosso bivacco Bafile
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uno dei diversi guadi secchi che abbiamo attraversato, non riesco ad immaginarmi come possa essere questo pianone quando in questi letti scorre un torrente di tale larghezza....
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Alle 9e30 raggiungiamo il rifugio Fonte Vetica, un alberghettino spartano, con annesso ristorante e piccolo campeggio, raggiungibile in auto. Qui facciamo qualche compera (cibo) e poi ci incamminiamo verso il Camicia (quello in alto a sinistra)
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in basso e a sinistra l'unica zona boscosa presente sul Campo Imperatore, tra l'altro ben flagellata dalle slavine. In mezzo al piano c'è un bel raduno di macchine, camper e tendoni, scopriamo che c'è una sorta di sagra, la festa della pecora..... meglio non pensare ai migliardi di arrosticini che verranno preparati.... noi abbiamo solo del pane non molto fresco e del formaggio.
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Raggiungiamo la cresta sommitale, ora manca solo una ripida salita di 10 minuti su di un ghiaione bianco. Oltre la cresta il baratro della nord, chiamato anche l'Eiger dell'Appennino, 1250 metri di parete intervallata qua e la da alcune cenge erbose. Molto interessante la storia alpinistica della parete, vi metto un link per approfondire l'argomento (clicca QUI)
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la parete nord non si riesce di certo a fotografare da quassù.... provate voi a sporgervi dal bordo della cresta! Le nebbie del versante teramano mi permettono solo di fotografare questo tratto terminale della parete, la roccia è particolarissima e guardare verso il basso mette davvero paura. Vediamo in lontananza qualche camoscio appenninico.
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ultimo autoscatto, questa volta in vetta al monte Camicia (2564m)
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verso ovest, a sinistra in basso il Campo Imperatore, a destra la dorsale montuosa che prosegue con i monti Prena (2561m) e Brancastello (2385m)
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Dal camicia, continuiamo per cresta (infastiditi da un veloce scroscio di pioggia) verso il monte Tremoggia (2331m), vogliamo raggiungere la sella di Fonte Fredda (1993m) da cui possiamo scendere nel versante Teramano verso Castelli.
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a sinistra il Camicia e a destra il Dente del Lupo (2297m)
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in discesa verso la sella. La cresta continua a tenere duro, le nebbie se ne stanno a sinistra.... il problema è che noi dobbiamo scendere a sinistra!
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dalla sella di Fonte Fredda scendiamo per un sentierino che dovrebbe condurre ad una baita in località Fonte Torricella, il problema è che c'è un nebbione da bassa padana a gennaio, in più troviamo 4 o 5 sentierini diversi.... e i bolli nelle zone meno battute lasciano molto a desiderare! Uno squarcio provvidenziale nella nebbia ci tranquillizza, vediamo la baita con una stalla al suo fianco.
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La baita di Fonte Torretta è raggiunta da una strada forestale, noi la percorriamo tutta fino alla strada asfaltata scendendo parecchi tornanti in una bella faggeta avvolta dalla nebbia
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Raggiungiamo la strada asfaltata in località "fonte della Greta", non distante da Rigopiano (un gruppetto di baite dove dovrebbe anche esserci il rifugio Tito Acerbo). Questa è un pò strana come foto di chiusura, ma non ho avuto il tempo di farne altre... ora spiego. L'idea era di salire al rifugio di cui ho accennato poco fà, passarci la notte e il giorno seguente scendere a Castelli (il paese più vicino, circa 10 chilometri) per capire come tornare alla macchina a Pietracamela. Mentre ci incamminiamo facciamo anche l'autostop, se qualcuno che scende si ferma, ci facciamo portare direttamente a Castelli, così accorciamo i tempi. Nemmeno il tempo di fare 50 metri e si fermano tre macchine, (dopo scopriremo che erano insieme) dalla prima scende un signore sulla cinqunatina che ci chiede se può esserci di aiuto, ringraziamo e approfittiamo del passaggio verso Castelli. Chiacchierando scopriamo che è dell'Aquila, insieme ad amici e parenti è stato a fare una gita e ora stanno tornando a casa, viene fuori che noi abbiamo la macchina a Pietracamela e lui si offre di portarci fin li, dice che gli basta allungare la strada di mezzoretta (non facendo il tunnel del Gran Sasso che andrebbe direttamente in città) e che tanto non ha nessuna fretta. Alla fine accettiamo, pensando di paragli almeno la benzina. Dopo Castelli saluta gli amici delle altre due macchine e prende la strada per portarci a Pietracamela. Facendola breve.... alla fine ci ha portato fino alla macchina, allungando di almeno un'ora e mezza la strada a causa di un'incidente che bloccava una galleria, senza volere un'euro di benzina, in cambio ci ha chiesto solo di fare altrettanto se ci capiterà di trovare in montagna qualcuno che ha bisogno.