Passo del Maloja - Forno Hutte (2574m - CH) 18 Giugno 2012
aereisentieri
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Secondo giorno in alta Engadina, oggi la nostra meta è la capanna del Forno, nella valle del Forno, ai piedi del monte del Forno....che fantasia...dimenticavo, sopra il ghiacciaio del Forno. Il dislivello tra l'auto e la capanna si limita a circa 800 metri, ma la valle è lunghissima e bisogna anche traversare un ghiacciaio in piano (non dovrebbero servire ramponi e picozza), speriamo bene. Lasciamo la macchina in un rarissimo parcheggio non a pagamento (almeno oggi) a cui si accede da una strada che svolta a destra pochi metri prima di raggiungere il passo del Maloja da Casaccia. Dal parcheggio si prosegue lungo la stradetta seguendo le indicazioni per Salecina e per il lago Cavloc.
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Questa è l'alpe Salecina, una specie di ostello dove chi guadagna di più, paga di più.
il sito
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Da Salecina (1810m) in 30/40 minuti si sale al lago di Cavoloc (1907m). La davanti si vede il passo del Muretto (2562m, freccia rossa), da li si può scendere a Chiareggio in val Malenco (Italia). Noi però non ci saliremo e svolteremo a destra passando sotto quella montagna coperta di neve. (pizzi dei Rossi (3027m)
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Eccoci giunti alla biforcazione, a sinistra si sale al passo del Muretto, proseguendo sulsentiero verso destra ci si inoltra nella lunga valle del Forno.
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La vallata sale piuttosto dolcemente, non ci sono ripide salite, però non finisce mai! Si vedono le alte vette che separano questa valle dall'italiana val Masino, ma del ghiacciaio e della capanna nemmeno l'ombra.
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L'impetuoso torrente Orlegna che percorre la valle. Tra poco dovremmo vedere il ghiacciaio...
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Il rifugio dovrebbe essere grossomodo dove ho fatto il cerchio giallo, se avessero già montato il ponte che traversa il torrente, avremmo percorso l'itinerario giallo, invece dovremo fare il rosso e traversare il ghiacciaio.
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La bocca della vedretta del Forno, coperta di detriti
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Ora che abbiamo risalito un pò la morena laterale del ghiacciaio, il rifugio si vede, è nel cerchio rosso. All'altezza del grosso masso con segnavia bianco/azzurro che vedete in basso a destra, si inizia la traversata del ghiacciaio, è molto sporco e ruvido, non si scivola quasi e comunque è praticamente in piano, mal che vada si pesta il sedere e ci si bagna un pochino. La parte sorprendente e che non mi aspettavo è dopo, c'è tutta una serie di strette cengie attrezzate con catene che permette di risalire delle paretine di roccia liscia verso il rifugio.
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Il percorso (dopo il ghiacciaio) è ben segnato con grossi bolli rossi e paline, si risalgono gli sfasciumi (ma sotto è ancora tutto ghiaccio!) fino ad una scala allaccata alla parete che dà il via all'arrampicata finale.
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la scaletta iniziale....
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lungo le cengie attrezzate
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Eccolo! Un nido d'acquila a 2574 metri, la capanna del Forno.
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Davanti alla capanna si riposano due alpinisti tedeschi, al sole ad asciugare corde, ramponi e scarponi, chissà dove sono stati...
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Panorama dalla capanna verso sud, le varie lingue di ghiaccio che si uniscono e le vette lungo il confine con l'Italiana val Masino, si nota il sottile e neroa ago di Torrone.
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Una delle vette dei pizzi Torrone (3300 metri circa) e l'omonimo Ago.
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Prendiamo un "caffè" (2 brodaglie per 10 franchi!) e diamo un'occhiata all'interno della capanna
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Cominciamo a scendere, la strada verso la macchina è ancora lunga.
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La bocca del ghiacciaio da cui sgorga il torrente gelido
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immense pietraie
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c'è vita anche tra queste pietraie
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Dopo un paio di ore arriviamo all'alpe Cavloc e al lago. Oltre la vallata si vedono il
Grevasalvas a sinistra e il piz Emmat Dadaint (salito ieri) a destra.
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Meritata pausa con i piedi a mollo
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l'alpe Orden, 5 minuti e siamo alla macchina.