Trekking nelle alpi Marittime - dal 25 al 30 Agosto 2013
aereisentieri
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Come consuetudine ormai da qualche anno, dopo il cicloviaggio agostano facciamo sempre una settimana in montagna. Questa volta la scelta è ricaduta sulle piemontesi alpi Marittime, nostra vecchia conoscenza, infatti ci siamo stati per la prima volta nel 2006 (QUI le foto), facendo diverse escursioni tra la valle Gesso e la valle Stura di Demonte. Siamo tornati per fare un trekking di più giorni, tra il parco naturale delle alpi Marittime e quello francese del Mercantour. Non abbiamo seguito precisamente un itinerario già prestabilito, ma preso spunto e in parte ricalcato un pezzo di GTA (grande traversata delle alpi) e un pezzo di Via Alpina. Nella foto la partenza dalla località San Giacomo (1250m), nel vallone del Gesso della Barra.
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In questa immagine, presa piuttosto alla larga, potete "posizionare" un pò l'itinerario Rosso/blu da San Giacomo a Bagni di Vinadio, in due tratti sconfina in Francia.
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In quest'altra immagine potete meglio distinguere il giretto, i colori rosso e blu distinguono i giorni di cammino. In pratica abbiamo camminato 6 giorni, per un totale di 101 chilometri e 9460 metri di dislivello positivo
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Prima tappa, dal campeggio di San Giacomo (1250m) saliamo al rifugio Pagarì (2650m), all'omonimo passo (2908m) e poi giù quasi fino al rifugio Nizza, lunghezza 14,8 chilometri, dislivello +1955 metri e - 761
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Eccoci qui alla partenza, belli carichi, infatti ci siamo portati tenda, sacco a pelo, materassino, fornello e pentola, vestiti e cibo per una settimana. Durante il giro passeremo da parecchi rifugi e magari in caso di brutto tempo ci pernotteremo.
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In questa foto siamo nella piana detta Pra del Rasur, a circa 1400 metri. Ho segnato in rosso la via fino al passo di Pagarì, sembra poca roba ma da qui sono circa 11,5 chilometri e 1600 metri di salita. Quella a destra del passo è una vetta piuttosto nota, la cima della Maledia (3061m)
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in località Gias Colombo c'è il ponticello per attraversare il torrente, da qui si inizia a salire più decisamente.
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La valle percorsa, alle nostre spalle. Cominciano ad arrivare le nuvole.
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Eli a circa 2500 metri, ne restano ancora 150 per raggiungere il rifugio
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Quando ormai si è arrivati compare il rifugio.
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Il piccolo rifugio Federici Marchesini al Pagarì (2650m), davvero isolato e nascosto tra pareti rocciose. Una particolarità, il rifugista produce in loco dell'ottima birra, se guardate il sito
(clicca QUI ) c'è una pagina specifica, si fregia di essere il birrificio più alto d'Italia!
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La nostra idea è questa: la sera mangeremo la roba che abbiamo portato da casa, a pranzo invece se siamo nei dintorni di un rifugio, vediamo di approfittarne! Un bel piattone di polenta e formaggio, innaffiato con la birra Pagarina.
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Dopo pranzo ripartiamo quasi subito, sono già le 14e30. Al passo di Pagarì ci mancano solo 170 metri di dislivello ma vogliamo iniziare a scendere un pò nel versante francese per trovare un buon posto per la tenda.... prima che viene a piovere....
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raggiungiamo il passo in compagnia delle nebbie, peccato
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Scendiamo, un pò alla cieca, in territorio francese. Ora siamo nel parco naturale del Mercantour, qui non segnano i sentieri con i classici bolli bianco/rossi, in quanto secondo loro sono antiestetici, perciò l'unico modo per seguire i sentieri è stare attenti agli ometti di sassi.
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dopo essere scesi per circa 400 metri di dislivello tra pietraie e prati scoscesi, troviamo un "terrazzino" erboso che fa proprio al caso nostro, piantiamo subito la nostra tendina e al termine ci cambiamo e ci copriamo un pò, la temperatura è di soli 7 gradi. Dopo una mezzoretta inizia a piovere
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poi però smette e iniziamo a preparare la cena
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Scendendo una cinquantina di metri da dove abbiamo piantato la tenda si vede il refuge de Nice con il sottostante lac de la Fous.
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La nostra tendina dal torrente dove andiamo a lavare i denti.
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Giorno 2, in basso nell'ombra si vedono il lago e il refuge de Nice.
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in rosso la traccia del secondo giorno: dal punto in cui abbiamo piazzato la tenda siamo scesi al refuge de Nice, costeggiamo il lago e iniziamo la risalita al passo du mont Colomb (2548m), lunga discesa fino alla chiesa e al rifugio della Madone de Fenestre. Da qui saliamo all'omonimo colle e...nella pioggia, scendiamo al rifugio Soria Ellena, dove pernottiamo. Lunghezza percorso 14,7 chilometri, dislivello + 1421 e - 2032 metri
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il refuge de Nice (2232m)
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Il lac de la Fous. La freccina indica il passo di Pagarì (2891m) da dove siamo scesi ieri, la piccola X indica dove abbiamo piantato la tendina (2440m) e nel cerchiolino c'è il refuge de Nice (2232m)
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Qui inizia la ripida salita verso il pas du mont Colomb
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dopo 40 minuti sbuchiamo in questa immensa pietraia, davanti a noi lo stretto intaglio del passo di mont Colomb
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Ultimi metri nel canale che sale al passo du mont Colomb (2548m), qui troviamo un gruppetto di escursionisti francesi che fa uno spuntino
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oltre il colle
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escursionisti francesi al colle du mont Colomb. Una considerazione, ok....qui siamo in Francia ed è normale, ma nei sei giorni di cammino (85% in italia), se ipoteticamente abbiamo incontrato 100 persone, 60 erano francesi, 20 tedeschi e 20 italiani. Tra l'altro gli italiani quasi sempre intorno ai rifugi più comodi da raggiungere.
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Ora dobbiamo scendere di qui, verso la madone de Fenestre
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Raggiungiamo la località Madone de Fenestre (1904m), qui ci sono: un parcheggio pieno di macchine, la chiesa, un rifugio del CAF e un ostello per i pellegrini (chiuso)
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il santuario della madone de Fenestre
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Ci concediamo per pranzo un bel panozzo con prosciutto (acquistato nel rifugio del CAF) e del formaggio (acquistato da un pastore qui vicino)
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In salita verso il colle della Finestra (2471m) e verso le nuvolone minacciose
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il lago e il colle di Finestra
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un gruppetto di Camosci ci osserva a distanza di sicurezza
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10 minuti prima del colle ci sono un paio di bunker, onnipresenti in queste vallate
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il colle della Finestra (2471m), anche qui una piccola garitta di osservazione
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Di nuovo in Italia, in basso a sinistra il tetto della casermetta posta a protezione del valico
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Il colle della Finestra e sotto la casermetta. Scendiamo nel vallone della Finestra verso il rifugio Soria Ellena (1840m), dopo 10 minuti inizia a piovere bene
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Pernottiamo al rifugio Soria Ellena, dove arriviamo sotto il diluvio. Ci cambiamo, beviamo un the caldo e poi tiriamo l'ora di cena studiando l'itinerario di domani. Prepariamo la cena nella nostra stanzetta, guardando la pioggia fuori dalla finestra.
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Ore 20e20, ha smesso di piovere, esco a fare qualche foto. Lassù il colle da cui siamo scesi nella nebbia, a 4 chilometri di sentiero
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Terzo giorno, ore 7, lasciamo il rifugio Soria Ellena.
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il terzo giorno, da sinistra a destra. Lunghezza 24,4 chilometri, dislivello +2150, -2590 metri...... una mazzata!!!!
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Inizia la salita dei verso il colle di Fenestrelle (2462m), +740 metri in 4 chilometri.
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Affrontiamo quasi tutta la salita nella nebbia, ma sopra c'è il sole
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il roc di Fenestrelle (2758m). Usciamo dalla nebbia, c'è il sole.... ma fa un freddo!!
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In salita verso il colle di Fenestrelle. Dall'altra parte della valle avvolto dalle nubi il monte Gelas (3143m) con i suoi ormai piccoli ghiacciai del versante nord.
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Il colle di Fenestrelle (2462m), verso nord. In mezzo l'Argentera (3290m), montagna simbolo delle alpi marittime.
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una pozza di acqua ghiacciata, qui stanotte la temperatura è scesa decisamente sotto zero
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nevaio sospeso
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dopo 5 minuti di discesa compare il lago del Chiotas, ora scendiamo li, andiamo a mangiare al rifugio e poi saliamo al colle del Chiapous per scendere verso il vallone di Lourousa dove c'è il rifugio Morelli
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A monte del lago artificiale del Chiotas c'è quello naturale di Brocan, tra i due il rifugio Genova (2009m)
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Il rifugio Genova, dietro il lago Brocan. Vediamo cosa c'è di buono?!
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Polenta con salsiccia al sugo!!!!!!!!!
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dopo pranzo aggiriamo la sponda sud del lago verso la diga
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Il baratro a valle della diga del Chiotas, sotto la valle della Rovina con l'omonimo laghetto. In basso si vede la strada asfaltata che sale fin quassù. Scendendo da questa valle si arrva al grande lago artificiale della Piastra e da li al paese di Entracque.
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Verso il colle del Chiapous (2538m)
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li ha messo il coprizaino perchè ha piovuto per 10 minuti, ma ora è tornato il sole. Basta pioggia per oggi?
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Qualche femmina di Stambecco con un piccolo, poco prima del colle di Chiapous
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Ma che freddo! Ci sono 8 gradi con il venticello, abbiamo beccato la settimana sbagliata.
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E ora giù per di qua nel vallone di Lourousa. Dovremmo piazzare la tendina da qualche parte, ma l'ambiente da qui sembra poco confacente. A sinistra le spaventose pareti est dell'Argentera.
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Il rifugio Morelli, giù nella valle solo nebbia. Andiamo a bere un the al rifugio pensando a cosa fare, pernottare al rifugio? Scendere più a valle fino a trovare dove piantare la tenda? Voi vedete un posto in piano dove metterla??
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il rifugio Morelli (2361m). Nel frattempo la nebbia è salita, finiamo il the e prendiamo una decisione, ma quella sbagliata purtroppo.... ripartiamo verso Terme di Valdieri sperando di trovare un posticino per la tenda.
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Eli e l'Argentera
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15 minuti dopo la nostra partenza dal rifugio Morelli inizia a piovere, prima piano, ma poi arriva un temporale in piena regola, di quelli con fulmini e tuoni .....di quelli che NON bisogna prendere in montagna. Ma visto che sono qui a scrivere questa didascalia vuol dire che è andato tutto bene. Dopo un'ora smette e tanto per sfotterci torna anche il sole, la nebbia si dirada e compare una vetta mitica: un satellite dell'Argentera, il Corno Stella (3050m) con il sul famoso canalone di Lourousa, 55 gradi di scivolo.
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primo piano sul canalone, Corno Stella e dintorni. Il versante forse più famodo del Corno Stella è quello opposto, pieno di difficilissime vie su roccia,raggiungibile dal rifugio Bozano.
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oramai non ci resta che piage.... scendere fino a Terme, qui non ci sono 2 metri quadri in piano!!
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nella faggeta, scendendo verso Terme di Valdieri, li dovrebbe esserci il posto tappa del GTA (grande traverstata delle alpi)
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Questo è il Grand Hotel Royal di Terme di Valdieri, no.... non abbiamo dormito qui, non ci piaceva la carta dei vini e allora abbiamo optato per il posto tappa GTA, in una dependance dell'Hotel. (13 euro a testa per il pernottamento)
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Quarto giorno, da Terme risaliamo il vallone della Valletta fino alla località "gias delle Mosche", li svoltiamo a destra e puntiamo ai laghi di Fremamorta (2356m). Dai laghi breve salita al colletto di Valasco (2423m), poi giù fino a circa 2130 metri e di nuovo su fino ai 2389 metri del rifugio Questa. Abbiamo piantato la tenda poco oltre, a 2330 metri vicino al lago del Claus. Lunghezza 15 chilometri, dislivello +2170 e -1228 metri.
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è importante l'igiene orale, ovunque voi siate!
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Ci addentriamo nel vallone della Valletta (che nome fantasioso...) fino al gias delle Mosche (1592m), poi prendiamo un sentierino che attraversa il torrente e comincia a risalire il fianco della montagna verso ovest, i cartellini indicano "laghi di Fremamorta". Se invece avessimo proseguito lungo il fondovalle, avremmo raggiunto il "piano della casa del Re", oltre il quale c'è il piccolo rifugio Elena.
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Continuiamo a salire verso destra, sotto di noi la vallata e a sinistra l'Argentera
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Dall'altra parte della valle il grande massiccio dell'Argentera, tutte le parti in ombra (dalla foto non si vede molto) sono spolverate di neve ghiacciata, deve essere caduta ieri nel tardo pomeriggio, quando noi eravamo proprio la dietro il Corno Stella sotto il temporale.
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In basso il rifugio Bozano e sopra la poderosa mole del Corno Stella, una parete di solido Gneis, misure 300 x 500 di altezza, piena di difficili vie di arrampicata, qualche informazione potete trovarla sul sito del rifugio Bozano (cliccate QUI)
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e qui il gruppo dell'Argentera al completo
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intanto noi raggiungiamo il lago Sottano di Fremamorta (2354m), più a sud a breve distanza ci sono anche il Mediano e il Soprano. Mangiamo in riva al lago, sono già le 12e45!
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non c'è che dire, questi laghetti hanno proprio un bel colorino! Sopra il lago la Testa di Bresses Nord (2828m)
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non c'è che dire, questi laghetti hanno proprio un bel colorino!
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Lasciamo il laghetto e saliamo al colletto del Valasco, dietro di noi nel cerchiolino il bivacco Guiglia (2426m) ci abbiamo dormito un pò di anni fa (clicca
QUI per le foto)
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La vista oltre il colletto del Valasco. Ora noi scendiamo per circa 300 metri di dislivello e poi, invece di proseguire sul sentiero che scende al piano del Valasco, svoltiamo a sinistra e saliamo ai 2389 metri del rifugio Questa, in riva al lago delle Portette. Il rifugio e il vicino lago da qui non si vedono, rimangono dietro quella spalla rocciosa che c'è a sinistra della foto.
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in tutta questa zona si cammina su stradette sterrate più che su veri e propri sentieri, sono tutte strade militari costruite verso la fine del 1800, molto interessante la pagina dedicata a queste strade sul sito del Parco delle Alpi Marittime, cliccate QUI
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nella foto non si capisce granchè, ma su questo pietrone è inciso "battaglione Dronero 1922", sono sicuramente quelli che hanno costruito questa strada nella montagna
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un autoscatto, oggi che c'è un pò di sole
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ad un certo punto, mentre saliamo verso il rifugio Questa, si apre sulla nostra sinistra il vallone di Prefouns, pietraie e ghiaioni selvaggi circondati dalle pareti della testa di Tablasses (2853m)a sinistra e della cresta Savoia a destra.
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Ora si vede a valle il piano del Valasco con l'ex casa di caccia di Vittorio Emanuele II, oggi rifugio non proprio spartano, in alto la rocca di Valmiana e un'altra montagna molto importante della zona, il Matto. Altre informazioni interessanti su Re e Regine in queste valli a questo link
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Arriviamo alle 16 al rifugio Questa (2389m) e tanto per cambiare..... inizia a piovere.
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Mentre aspettiamo che smetta di piovere, facciamo merenda. Va avanti per più di un'ora, poi alle 17e45 quando sembra che la tregua regga partiamo in cerca di una "piazzola" per la nostra tendina.
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mentre le ombre cominciano a farsi più scure e la temperatura scende insieme all'umidità ci incamminiamo verso il vicino lago del Claus
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a sinistra della mulattiera che conduce ai laghi di Valscura, c'è il lago del Claus, dominato dalla testa del Claus (2889m)
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montiamo la tendina in un praticello in posizione molto panoramica
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lo chef si mette all'opera, questa sera carpaccio di salmone agli agrumi, involtini mare e monti, gnocchi di patate ai funghi porcini, risotto con taleggio e asparagi, orata all'isolana, filetto di maiale al ginepro e per finire torta ricotta e uvetta. Purtroppo non abbiamo portato la caffettiera.
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Autoscatto prima di cacciarsi nel sacco a pelo, comincia a fare un pò troppo freschino per stare fuori.
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Giorno 5, liberata la piazzola e caricato il "bambino obeso" sulle spalle ripartiamo alle 8e15 in una giornata che comincia già con un pò di nuvole.
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In azzurro la traccia del Quinto giorno, dal lago del Claus (2340m) continuiamo lungo la mulattiera fino al lago inferiore di Valscura (2265m), prendiamo il sentiero che sale alla bassa del Drous (2628m), scendiamo fino alle piste da sci della località francese di Isola 2000 e a mezzacosta raggiungiamo il colle della Lombarda (2351m). Dopo pranzo continuiamo sulla cresta di confine fino alla cima Moravacciera (2407m) da cui scendiamo al santuario di Sant'Anna di Vinadio, ci accampiamo nei pressi in una zona dove si può campeggiare liberamente. Sviluppo 18,4 chilometri, dislivello +1133 e - 1463 metri.
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lungo la mulattiera lastricata che porta ai baraccamenti militari di Valscura. Che lavoro!
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guardate un pò questo tratto?!
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da ieri il nostro itinerario ricalca la Via Alpina
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Ecco il lago inferiore di Valscura, si vedono già anche i baraccamenti militari e le rovine sulla sponda erbosa. Noi costeggieremo la riva e poi saliremo per 350 metri di dislivello fino alla bassa del Drous
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verrebbe proprio voglia di fare un bagno....peccato che l'acqua è gelida!
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Raggiungiamo una grossa caserma, qualche informazione trovata in internet: "La caserma è dedicata al Capitano degli Alpini Massimo Longà, deceduto sul Monte Ortigara il 10 giugno 1917. E' stata realizzata tra il 1916 e il 1917, sfrutttando anche il lavoro forzato dei prigionieri austriaci catturati sul fronte orientale. La caserma, i cui muri perimetrali sono ancora in discreto stato, è visibile già dal lago inferiore; era in grado di ospitare 250 uomini e 12 quadrupedi. La visita degli interni è sconsigliata vista la situazione precaria delle strutture."
Nei dintorni si possono leggere un sacco di scritte sui massi, tipo quella in primo piano, "morire al proprio posto"
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la caserma e i vari laghetti superiori di Valscura
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per essere a fine agosto a solo 2500 metri non c'è male! Chissà quanta neve c'era da queste parti a maggio!
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bassa del Drous (2628m), qui troviamo qualche escursionista proveniente dal lato francese
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Oltre la bassa del Drous, peccato per le piste da sci che rovinano il paesaggio
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Scendiamo fino ad una pista e per un tratto dobbiamo risalirla. Dove inizia la pista terminano le indicazioni del sentiero, un classico dove i sentieri si mischiano alle piste da sci, qui si trovano solo indicazioni per hotel, baite ristoranti e bar. Con un pò di occhio e con l'aiuto del gps troviamo un sentierino semicancellato che continua verso il colle della Lombarda.
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Qui sotto Isola 2000, mi solleva che in quanto a brutte località sciistiche piene di palazzoni non abbiamo nulla da insegnare ai francesi!
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intercettiamo la strada asfaltata proveniente da Isola 2000 qualche centinaio di metri prima del colle. Anche qui ci sono diversi bunker, uno si vede in alto a destra nella foto.
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Colle della Lombarda (2351m), strada che mette in comunicazione la francese valle del Tinèe con l'italiana valle di Vinadio
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verso l'Italia
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ancora verso l'Italia, si vede già il santuario di Sant'Anna di Vinadio, dopo pranzo percorreremo il crinale per scendere laggiù
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capisco che non è dietro casa, ma vi consiglio di partire in questo momento per salire in auto al colle della Lombarda e prendere un panino caldo al chioschetto ambulante vi troverete, spettacolare! Noi lo abbiamo preso con salsiccia grigliata, zucchine grigliate e formaggio morbido di capra, + qualche salsina segreta....già mi viene l'acquolina in bocca al ricordo.
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il panino, come tutte le cose belle è durato troppo poco, ci tocca ripartire. In basso un bollo del GTA, in questo tratto si sovrappone alla Via Alpina. Ma dai! si stanno radunando le nuvole per farci la festa anche oggi?!
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Il santuario di sant'Anna di Vinadio (2020m), la sua fondazione ha a che vedere con l'apparizione della santa ad una pastorella qui vicino, per la storia cliccate
QUI
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le pareti interne sono letteralmente tappezzate di ex-voto
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Scopriamo che a 300 metri dal santuario c'è un'area dove si può campeggiare o mettere il camper liberamente e ne approfittiamo. Dopo aver piantato la tenda, inizia a piovere, giusto in tempo. Fortunatamente riusciamo a cucinare anche con la tenda chiusa.
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In rosso la traccia del sesto e ultimo giorno, dal Santuario (2020m) saliamo nella nebbia al passo di Tesina (2400m), scendiamo nella nebbia lungo la val Tesina e raggiunta la grange Marina (1450m) continuiamo in discesa sulla strada asfaltata fino ai bagni di Vinadio (1250m) dove arriviamo alle 12e40. Sviluppo 13,8 chilometri e dislivello + 636 e -1400. Pensavamo di trovare a Bagni di Vinadio un bus per tornare alla macchina, invece i bus si trovano da Vinadio, perciò ci incamminiamo lungo la strada e dopo un pò troviamo un passaggio da una gentile signora che casualmente tornava proprio a Borgo S.Dalmazzo, ci ha portato fino alla macchina!!!!
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Questa è la visibilità il sesto giorno. Saliamo verso il passo Tesina
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Ogni tanto la nebbia si dirada, ma dura poco....
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il passo di Tesina (2400m), bello è?!
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Scendiamo nella valle Tesina senza incontrare una persona, però purtroppo incontriamo 2 grossi cani bianchi che curano un gregge di pecore, non passiamo un bel momento quando ci girano intorno minacciosi.
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pecore nella nebbia
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più a valle ci infiliamo nel bosco, umidissimo e rigoglioso, l'erba alta ha invaso tutto il sentiero e al passaggio ci bagnamo tutti i pantaloni. Magari avete notato che Eli sta portando il mio zaino, infatti quel giorno sono alzato con un mal di schiena pazzesco, in discesa dovevo fermarmi in continuazione a toglierlo, allora mi sono caricato il suo zaino, più leggero.
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Il sentiero interseca la strada asfaltata alla grange Marina, qui ci fermiamo a riposare e decidiamo il da farsi. L'idea era di continuare a camminare un altro giorno, ma visto in primo luogo il mio mal di schiena, in secondo il meteo che danno pessimo anche per domani, decidiamo di scendere ai Bagni di Vinadio e da li tornare a casa.
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A Bagni di Vinadio termina il nostro trekking, una prossima volta possiamo ripartire da qui a camminare per proseguire verso nord lungo la via alpina. Peccato per aver preso questa settimana con tempo mediocre, comunque ci sono stati anche momenti di bel tempo e abbiamo visto posti bellissimi. Torneremo........
Potete vedere un video con qualche momento del trekking cliccando QUI