Nord della Spagna in bici - dal 16 al 28 Agosto 2014
aereisentieri
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Si parte! Ore 9:00, Baranain (quartiere periferico di Pamplona), questo è il primo scatto del cicloviaggetto di questa estate 2014, 12 giorni di pedalata nel nord della Spagna, tra Navarra, Paesi Baschi, Cantabria, Asturie e un pochino di Castiglia e Leon, per un totale di 1085 chilometri con 13000 metri di dislivello positivo.
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In rosso e blu il percorso del viaggio del viaggio di questa estate, in giallo invece quello dell'estate 2010, in cui abbiamo zigzagato sui Pirenei, passando anche quella volta per Pamplona. Cliccate QUI per visualizzare quel viaggio.
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In questa immagine si può vedere meglio il percorso, partenza da Pamplona, Bilbao, Leon, Gijon e Santander. L'idea iniziale non prevedeva il passaggio per Leon, avremmo dovuto stare più a nord e fare alcuni passi nella zona montuosa dei Picos d'Europa, ma il brutto tempo ci ha fatto deviare nella più calda e soleggiata Castiglia. A dirla tutta, avremmo anche dovuto proseguire verso ovest attraverso la Galizia, ma per lo stesso motivo di prima abbiamo dirottato verso Gijon e Santander. Poco male, terremo la Galizia per un futuro viaggio.
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Questa è la traccia del primo giorno, Baranain - Pamplona centro - salita al passo (alto) de Etxauri - discesa a Salinas de Oro - Abarzuza - salita al puerto de Lizarraga e discesa a Lizarraga e Etxarri dove abbiamo pernottato in campeggio. Totale, 79 chilometri e 1350 metri di dislivello positivo.
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Ma veniamo al viaggio! Per prima cosa ci siamo rifatti un giretto in centro a Pamplona, per raggiungerlo abbiamo attraversato qualche chilometro di periferie tutt'altro che degradate o malfamate, palazzi moderni, strade larghe, piste ciclabili e tantissime aree verdi.
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Attraverso una antica porta entriamo nel centro della città
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Gli spagnoli non sono molto mattinieri, alle 9e40 c'è in giro ancora pochissima gente, più che altro incrociamo parecchi pellegrini a piedi e in bici, Pamplona è posta lungo il Camino di Santiago. Quelli nella foto ... non sono pellegrini
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Santa Maria la Real, la cattedrale di Pamplona
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la plaza del Castillo, con al centro il palco per la banda.
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un altro scorcio della grande plaza del Castillo.
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Lasciamo Pamplona in direzione ovest lungo la NA700, sparisce subito il sole che lascia il posto ad un gelido venticello e a qualche debole scroscio di pioggia, iniziamo bene!!
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prendiamo da mangiare a Etxauri e poi iniziamo a salire verso l'omonimo passo.
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Piove. Pedaliamo sotto le alte falesie della sierra de Saldise, molto apprezzate dagli arrampicatori.
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è ben visibile nel verde la strada che sale con ampi tornanti verso il passo
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Quando arriviamo al passo il tempo volge al bello, ora si scende verso Salinas de Oro
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Ad un certo punto della discesa ci troviamo sulla sinistra una salina, in mezzo alle montagne! Siamo arrivati a Salinas de Oro.
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Dopo Salinas sfioriamo il grande lago artificiale di Alloz e prosegiamo lungo la NA700 fino al bivio per Lezaun, oltre quest'ultimo ci immettiamo sulla NA120 verso il passo di Lizarraga.
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Lezaun
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Molto bello il paesaggio salendo al passo di Lizarraga, pochissime macchine in giro, mucche e cavalli nei pascoli.
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La salita, per oggi, è finita.
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Attraversato il tunnel che passa sotto il vero passo (non c'è la strada sul passo), la temperatura scende di 10 gradi!! Si gela! Ci copriamo alla svelta e iniziamo la ripida discesa verso il paesino di Lizarraga
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la sierra de Andia
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Lizarraga
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Qualche chilometro dopo Lizarraga raggiungiamo Etxarri-Aranatz, qui c'è un campeggio molto carino dove abbiamo pernottato. Particolare questa fila di casette all'ingresso del paese.
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Seconda tappa, Etxarri - puerto de Lizarrusti (622m) - Beasain - Azpeitia - Zumaia - Mutriku, 90,6 chilometri, 1060 metri di salita e 1460 metri di discesa.
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Il secondo giorno parte proprio bene, cielo blu e nemmeno una nuvola, l'aria è freschetta.... ci saranno 15 gradi, ma al sole si pedala bene. Da Etxarri una dolcissima salita di 8 chilometri ci porta al puerto de Lizarrusti (622m), qui lasciamo la Navarra ed entriamo nei Paesi Baschi, regione Gipuzkoa
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Al passo di Lizarrusti entriamo nei Paesi Baschi, ora scendiamo a Beasain lungo la GI2120, costeggiando il torrente Agauntza.
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la chiesa di San Martin
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Uno scorcio di Beasain, anche qui aree verdi curate, ampie ciclabili e grandi spazi pubblici
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Dai 140 metri di Beasain ricominciamo a salire verso i 532 del passo Mandubia, nel fondovalle scorgiamo un bel lago dalle acqua blu, creato da uno sbarramento artificiale.
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Alla una passata raggiungiamo il passo, ne approfittiamo per fermarci a mangiare.
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l'immancabile (da queste parti) san Miguel
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Dopo pranzo iniziamo a scendere, 14 chilometri fino ad Azpeitia, cittadina un pò triste che attraversiamo velocemente. Nella foto il paesaggio a nord del passo Mandubia.
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Lasciata Azpeitia, seguiamo il rio Urola che scorre verso nord e verso l'oceano. Passiamo Zestoa, Iratea e poi arriviamo alla fone del rio Urola, nel paese di Zumaia. Nella foto i primi palazzi di Zumaia, cittadina turistica a circa 30 chilometri da San Sebastian.
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Gironzolando tra le vie del paese vedo l'indicazione per la playa.... poco dopo compare davanti a noi l'oceano atlantico. In questa zona di scogliere questa è una delle rare spiagge di sabbia, infatti è presa d'assalto.
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Proseguiamo lungo la costa, per modo di dire, visto che la strada non è molto spesso vicino al mare. Ogni tanto comunque si aprono belle vedute sulle scogliere.
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bella casetta è?!
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Questa invece è la spiaggia di Deba, il prossimo paese è il "nostro", Mutriku.
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Deba. Particolari gli attracchi per le barche, a prova di alta e bassa marea.
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Mutriku dal campeggio.
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la casetta è quasi pronta
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Mutriku, non è proprio un caratteristico paesino di pescatori.... i due palazzi a sinistra proprio non si possono vedere!
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Si mangia! In primo pia...tto il pulpo alla gallega.
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22e30, ora si va a letto.... è già tardi!
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Terzo giorno, tempo grigio ma niente pioggia. Lasciamo Mutriku in direzione ovest, verso Bilbao che raggiungeremo domani mattina. Mutriku - Ondarroa - Lekeitio - Gernika - Bermeo - capo Machichaco - Elexalde. Totale 92 chilometri e 1786 metri di dislivello positivo.
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Iniziamo a pedalare e in pochi minuti arriviamo a Ondarroa, prima di entrare in paese cambiamo "provincia", passiamo da Gipuzkoa a Bizkaia, sempre nei Paesi Baschi.
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Ondarroa e il suo porto, sulla sinistra "il solito ponte di Calatrava".
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Uno scorcio lungo la strada tra ndarroa e Lekeitio, il mare non si vede poi molto spesso, prima c'è il bosco di eucalipto e poi ci sono sempre alte scogliere.
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Il paese di Lekeitio, la sua spiaggia e davanti l'isola di San Nicolas
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il porto e le case del centro storico di Lekeitio
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l'antica chiesa di Santa Maria, sempre a Lekeitio
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Dopo un lungo tratto lontano dal mare arriviamo a Ea, paesino piccolo come il suo nome, posto all'estremità di una stretta insenatura della costa.
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metto questa.... ma i Paesi Baschi sono pieni di scritte e bandiere che inneggiano all'indipendenza della regione.
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il bello di queste zone (almeno secondo me) è che ti allontani 100 metri dal mare e sembra di stare in una verde vallata alpina.
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Ea, Naxitua, Zelaieta, Barrutia, Gernika (Guernica). In questa foto siamo nella plaza de los Fueros. Qualche info su Guernica:
"Fondata il 28 aprile 1366, Guernica è una città santa per i Baschi. Sin dal Medioevo vi avevano luogo i consigli baschi. I re castigliani, seguiti più tardi dai re spagnoli, giuravano sotto alla quercia di Guernica di rispettare e conservare le particolari leggi autonomiste della Biscaglia. Il sacro simbolo dei Baschi, la quercia (Gernikako Arbola) si trova sopra al centro città; sotto ad essa si riuniva ogni anno sino al 1876 il Consiglio degli Anziani, i cui membri provenivano da tutti i Paesi Baschi, svolgendo in questo modo una forma diretta di democrazia. L'albero viene sostituito in caso di morte da una nuova pianticella nata dai frutti del vecchio albero. Guernica è famosa per aver subito un bombardamento aereo a tappeto - tra i primi e più duri - messi in atto dalla Legione Condor (unità volontaria della tedesca Luftwaffe). L'attacco ebbe luogo il 26 aprile 1937, durante la guerra civile spagnola, con il supporto della Aviazione Legionaria, unità volontaria e non ufficiale della Regia Aeronautica italiana."
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L'ennesima chiesa di Santa Maria, Guernica.
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Da Guernica torniamo verso l'oceano in corrispondenza dell'estuario del rio Oka, questa zona fa parte del parco di Urdaibai che è una riserva della Biosfera. Qui davanti si formano delle altissime orde che rendono la spiaggia di Mundaka una delle preferite dai surfisti di tutta europa.
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proseguiamo costeggiando il porto e il paese di Bermeo.
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passato Bermeo inizia una lunga zona di costa senza paesi, inizia anche una bella salitella per raggiungere il capo Machichaco
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A sinistra lo "scoglio" con sopra l'eremo di san Juan, a destra l'isola di Aketx
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l'eremo di san Juan
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Bakio. Inizia a piovigginare, sono le 18e40 e ci mancano ancora 20 chilometri al campeggio.
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Ad un certo punto troviamo questo affare, scopriremo poi che è la centrale elettronucleare di Lemoiz. Queste le poche informazioni, in italiano, trovate in rete: "La centrale nucleare di Lemóniz è una centrale elettronucleare spagnola situata presso la città di Lemoiz, nei Paesi Baschi. L'impianto doveva essere composto da due reattori BWR da 1766MW di potenza netta, la costruzione fu sospesa nel 1984 a causa della moratoria sul nucleare."
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la piccola e sassosa spiaggia di Armintza, ancora 5 chilometri e saremo al campeggio di Elexalde.
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Giorno 4. Elexalde - Urduliz - Bilbao - Zaramillo - Aranguren - Balmaseda - Bercedo - Villalazara. Totale 98 chilometri e 1380 metri di dislivello positivo.
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Fortuna che non è grigio come ieri! Lasciamo Elexalde e la sua bella spiaggia, 30 chilometri ci separano da Bilbao.
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il ponte di Plentziasul rio Butrea
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Costeggiando il rio Ibaizabal passiamo dalla periferia industriale al centro di Bilbao.
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Il centro ci accoglie con grandi edifici moderni e un'area pedonale a fianco del fiume larga almeno 100 metri.
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se vi dicono Bilbao, cosa vi viene in mente??
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indovinate chi ha disegnato questo ponte?
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non potevamo esimerci da una foto con "la ragna", davanti al museo Guggenheim. Vi rimando a questo link per tante interessanti informazioni: Guggenheim oppure al sito ufficiale della fondazione: SITO
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gironzoliamo un pò per il centro, molto moderno e ricco di attrattive.
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a gironzolare viene appetito, soprattutto se è mezzogiorno!!
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una bella baguette imbottita di jamòn serrano.... che si scioglie in bocca.....
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Bilbao è nel pieno dei festeggiamenti per la "semana grande" e c'è in giro una moltitudine di persone
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sono stati allestiti numerosi mega bar, uno in fila all'altro, mi sa che la sera qui non ci si muove dalla gente che c'è!
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lasciamo il centro e ci dirigiamo verso nord/ovest, dobbiamo trovare la strada che punta verso Aranguren e risalire tutta la vallata del rio Cadagua
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c'è voluto un po.... ma alla fine l'abbiamo trovata!! (la quadra...)
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la grande chiesa di San Severino, a Balmaseda.
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Alle 16e40 passiamo il confine, lasciamo i Paesi Baschi ed entriamo in Castiglia e Leon.
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una stradona con mille su e giù ci conduce nella valle de Mena, la salita dovrebbe terminare al puerto de el Cabrio, 740 metri s.l.m.
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poco dopo le 19 scavalchiamo il puerto (passo) de El Cabrio, 7 0 8 chilometri oltre giungiamo al campeggio, nel paesino di Villalazara.
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Giorno 5. Sono tornate le nubi, ma ancora niente pioggia. Lasciata Villalazara prendiamo la BU542 fino a Espinosa de los Monteros, poi la BU526 fino a Soncillo, la N232 fino al biviio poco dopo Cabanas de Virtus, la CL630 che costeggia il lato nord del grande lago del Ebro fino a Reinosa, infine la N611 fino a Aguilar de Campoo. Totale 101 chilometri e 1100 metri di salita.
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Altra giornata grigia, fresca e in parte anche parecchio ventosa. Qui Eli lungo la strada tra Villalazara e Espinosa de los Monteros.
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ad un certo punto Eli nota questo .... gufo? allocco? barbagianni? appollaiato tra i rami a un metro e mezzo dal suolo, circa a una decina di metri dalla strada. Ancora mi chiedo come lo abbia visto, lei che di solito non nota nemmeno un rinoceronte in un prato a 10 metri dalla strada....
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dopo Soncillo esce un pò di sole, ma è solo una presa in giro.... La zona è molto bella, grandi pascoli punteggiati di cespugli di erica, mucche e cavalli allo stato semi brado
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mentre ci avviciniamo all'embalse (bicino, lago) dell'Ebro veniamo avvolti dalla nebbia, fa anche parecchio freddino
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A Corconte inizia la Cantabria.... e anche la pioggia. Fortunatamente non piove forte, sembra la nostra pioggerellina di novembre, ne approfittiamo per fermarci a mangiare. Nel frattempo smette.
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in lontananza alcune "lingue" del lago Ebro
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bella giornata è?!!
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in una piazzetta di Reinosa
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Altro passo, il puerto Pozazal (987m), da qui una ventina di chilometri di "falsadiscesa" per arrivare a Aguilar de Campoo.
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nella piazza principale di Aguilar, una curiosità: in questo paese c'è la fabbrica di biscotti Gullon che si trovano nei market anche in Italia
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Giorno 6. Aguilar de Campoo - Cervera d.P. - Guardo - Cistierna, sempre lungo la CL626. Totale 93 chilometri e 931 metri di salita.
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Il castello di Aguilar de Campoo, visto della finestra della pensione dove abbiamo pernottato. In questa zona non ci sono campeggi e siamo costretti per due notti a dormire in piccoli hotel. Cercando un pochino si trova da dormire + colazione per due persone a circa 40 euro.
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A una decina di chilometri da Aguilar, dopo Matamorisca, inizia un lungo tratto di strada molto panoramica sulla cordigliera Cantabrica
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Attraversiamo il rio Pisuerga per entrare in Cervera
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in mezzo alla campagna, la chiesetta di "Nuestra Senora de la Asuncion"
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la strada è tutta così, prati gialli a perdita d'occhio a sinistra, la cordigliera Cantabrica a destra. Dopo Cervera avremmo dovuto prendere a destra e andare verso Potes, poi infilarci nei Picos d'Europa e attraversarli, invece per i prossimi 3 giorni in quella zona danno pioggia. Non ci resta che stare a sud della cordigliera; è proprio lei che ferma tutte le perturbazioni e l'umidità che arrivano dall'oceano.
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Una delle tantissime fontanelle pubbliche che troviamo in giro, trovare l'acqua non è un problema, lo è invece il gusto! Questi spagnoli tendono ad abbondare con il cloro!!
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Dopo Guardo lasciamo la Cantabria e rientriamo in Castiglia e Leon.
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Troviamo posto per la notte in un bell'hostal per pellegrini a Cistierna, evidentemente passa di qui qualche diramazione secondaria del camino di Santiago, ma noi di pellegrini non ne abbiamo visti in giro.
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Il settimo giorno facciamo un tappa più breve, dobbiamo solo arrivare a Leon, 56 chilometri con 300 metri di dislivello positivo.
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Da Cistierna a Leon il paesaggio è questo, tipico della Meseta.
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Nell'ultima parte del percorso ci "immettiamo" nel camino di Santiago, infatti Leon è proprio lungo questo famoso itinerario.
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Piazziamo la tenda in campeggio (un pò fuori città, una mezzoretta a piedi), mangiamo qualche cosa e poi scendiamo dalla collina verso il centro della città. Partiamo con il sole ma poi arrivano dei plumbei nuvoloni e in breve inizia a piovere. Nella foto la chiesa del convento e ostello di San Marcos, fondato nel 1173. Oggi l'ostello è uno degli alberghi più esclusivi della Spagna (sito), mentre una parte dell'edificio verso la chiesa è il museo di Leon.
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interno della chiesa di san Marcos
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Il chiostro del convento fa parte del museo ed è visitabile.
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questo è il museo di arte contemporanea, si è aggiudicato il premio nazionale per l'architettura nel 2003.
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La basilica di San Isidoro, qualche informazione:
"Voluta dal re Ferdinando I per accogliere le spoglie di san Isidoro e consacrata nel 1063, questa splendida chiesa romanica sorge in un luogo già intriso di simbolismi religiosi: è stata infatti edificata sul sito di un monastero ottocentesco, a sua volta costruito su un tempio dedicato a Mercurio. Si accede dal fianco meridionale della Basilica, dove si aprono la Portada del Cordero, con il sacrificio di Isacco nel timpano, e la Portada del Perdón con scene della Deposizione e dell’Ascensione. Nella capilla Mayor si trovano un retablo rinascimentale e la cassa in argento con il corpo di san Isidoro. Da una porta all’esterno della chiesa si entra al Panteón de los Reyes, un portico della metà dell’XI secolo, decorato da preziosissimi affreschi romanici che raffigurano il ciclo della Salvazione e quello dei mesi. Sotto le volte, i sarcofagi di 11 re, 12 regine e 21 membri delle famiglie reali di Castiglia e León. Dal pantheon si sale all’Archivio-Biblioteca che custodisce un migliaio di testi rari (tra cui una Bibbia visigota miniata del X secolo), documenti in pergamena e 300 incunaboli; accanto alla biblioteca, il Museo-tesoro espone pezzi di eccezionale valore, tra cui l’arca di san Isidoro (1065 circa), quella smaltata di Limoges (XII secolo), oggetti d’arte araba e lo splendido calice di doña Urraca del XII secolo."
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segnavia per il camino di Santiago, inseriti nella pavimentazione
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a sinistra la "casa de Botines" (1893) di Antoni Gaudì, a destra il "palacio de los Guzmanes" (1560).
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La cattedrale di Leon, con una bellissima luce post temporale, eccovi qualche informazione:
"La cattedrale di León, in Spagna, è la principale chiesa della diocesi di León. La cattedrale è il capolavoro del gotico maturo in Spagna ed è ispirata alle grandi cattedrali francesi; è detta la "Pulchra leonina" per la sua bellezza e la sua "fragilità". Iniziata nel 1205, fu terminata due secoli più tardi e da allora è rimasta inalterata. La facciata, chiusa da due possenti torri di altezza diversa (a destra in stile gotico fiorito) ha una galleria di bifore sormontata da un rosone e dalla cuspide. In basso tre bellissimi portali, uno differente dall'altro, sono separati da piccole arcature. Al centro la porta di Nostra Signora Bianca, con la statua della Vergine come pilastro centrale, di santi nei piedritti, di angeli negli archivolti e il Giudizio finale nel timpano. A destra è la porta di San Francesco a sinistra quella di San Giovanni, con una Dormizione e incoronazione della Vergine Maria e scene della Natività nei timpani.
Il lato destro della cattedrale rivela un magnifico insieme di contrafforti, archi rampanti e finestroni. La testata del transetto presenta un corpo centrale simile alla facciata e tre portali, con belle statue nei piedritti del portale mediano. Bellissima la parte absidale, in parte plateresca, con cappelle poligonali aggettanti.
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il fianco della cattedrale
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la seicentesca plaza Mayor
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Come in tutte queste città spagnole, la sera escono tutti e c'è una gran vita nelle strade.
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è venuta l'ora di mangiare!!
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Giorno 8. Lasciamo Leon e lungo la CL626 andiamo verso nord/ovest, passiamo per Lorenzana, per il grande lago de los Barrios de Luna, per Cabrillanes e Piedrafita de Babia, poi svoltiamo verso il puerto de Somiedo dove scavalcheremo la cordigliera Cantabrica. Non essendoci il campeggio, ci fermeremo a fare campeggio libero, speriamo che orsi e lupi siano già sazi. Comunque, la tappa è di 102 chilometri con 1130 metri di dislivello positivo e 690 di negativo.
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Attraversiamo il centro di Leon, poi prendiamo la CL623, strada noiosa e bruttina fino a Lorenzana, poi il paesaggio diventa piuttosto brullo e spoglio. Le montagne sono ancora molto lontane, ma ora di sera ci saremo in mezzo.
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prati bruciati
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Questo è il paesino di Los Barrios de Luna, a sinistra la diga che sostiene l'omonimo lago
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l'embalse (lago) de los Barrios de Luna, siamo a circa 1100 metri di quota, lo costeggeremo per quasi 14 chilometri
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Il puente Carlos Fernández Casado
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Una estremità del lago asciutta dove si vedono dei muretti a secco risalenti a prima della creazione del lago.
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Terminato il lago mancano ancora più di 30 chilometri alla svolta per il passo Somiedo, la strada sale dolcissima in una larga vallata, intorno montagne attorno ai 2000 metri, alcune più arcigne altre tondeggianti.
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Ci lasciamo alle spalle anche Cabrillanes, il prossimo paesino è Pedrafina de Babia, li svolteremo verso il passo.
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A Piedrafina inizia la salita verso il passo. Ci fermiamo a mangiare qualche cosa in una taverna a Meroy (nella foto), oltre non c'è più nulla fino al passo. Avremmo preferito cucinare dopo aver piantato la tenda, ma in tutto il pomeriggio non abbiamo trovato nemmeno un negozietto nei piccoli paesi che abbiamo attraversato.
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Questo è il posticino prescelto per passare la notte, pochi chilometri prima del passo, siamo a circa 1350 metri di quota. Vicino alla strada ma invisibile per le (pochissime) auto che passano. C'è un teso venticello e non vediamo l'ora di infilarci in tenda.
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Ore 21e10, si studia un pò il percorso del giorno dopo, poi a nanna. Fuori dal sacco a pelo fa troppo freddo.
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Giorno 9. Dai monti al mare, dal Puerto de Somiedo, in 95 chilometri arriviamo a Cudillero, c'è parecchia discesa (-1880 metri) ma anche un un pò di salita (+650m).
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Dopo un fresco risveglio, il telo esterno della tenda era ghiacciato in alcuni punti, ripartiamo per raggiungere il vicino passo di Somiedo. Eli viene infastidita da 2 dolci cagnoloni bianchi, che teneri....le ringhiano di stare lontana, loro vogliono solo proteggere le mucche!
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poco prima del passo facciamo il nostro ingresso in terra Asturiana
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Un gruppo di case e un paio di alberghetti, siamo a Santa Maria del Puerto. Sullo sfondo il Cornon, 2194 metri.
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foto al passo e poi giù verso il mare e il caldo! Qui si gela.
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A sinistra la nostra strada che scende con ampi tornanti, a destra il paesino di La Peral sotto il monte Mocoso (1994m)
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A 700 metri di quota, ben congelati dalla discesa, arriviamo a Pola di Somiedo.
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Oltre Pola, ci infiliamo per 6 o 7 chilometri in un profondo canyon.... sempre al freddo!
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Siamo nel parque natural de Somiedo, qui c'è una buona concentrazione di orsi, meglio stare attenti a non investirne uno in bici, potrebbe arrabbiarsi!
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Cominciamo a vedere in giro parecchi di questi granai, molto simili alle case walser delle alpi, qui vengono chiamati Horreo, qualche info:
"L'hórreo è il tipico granaio del nord-ovest della Penisola Iberica (principalmente Galizia, Asturia e il nord del Portogallo). È una struttura in pietra o in legno a forma di capanna (chiamata vira-ratos in galiziano, mueles o tornarratas in asturiano, o zubiluzea in basco), poggiata su dei pilastri di pietra (chiamati pegollos in asturiano, esteos in galiziano, abearriak in basco) per evitare l'entrata di umidità e di animali, specialmente topi o altri roditori. Le pareti dell'hórreo sono caratterizzati da fessure per facilitare la ventilazione dell'ambiente."
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Che bello.... è arrivata l'ora di pranzo!!
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ci stiamo avvicinando all'oceano e ricominciano i boschi di eucalipti.....c'è un profumino balsamico!
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facciamo un breve deviazione per salire ad un punto panoramico
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Questo è il panorama, verso la foce del rio Piguena e verso il paesotto di San Juan de la Arena
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Ripartiamo verso Cudillero, lungo la strada troviamo anche una deviazione per la nota città cubana famosa per rum e sigari
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Tenda, doccia e poi scendiamo in paese. A quanto pare Cudillero è il villaggio di pescatori più pittoresco delle Asturie, strette viuzze, case color pastello, un pò tipo i paesi delle 5 terre il Liguria..... ma forse non così bello. La posizione è sicuramente particolare, tutto stretto in una piccola baia dove termina uno stretto vallone.
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nella piazzetta, qui sono stipati una dozzina di ristorantini dove mangiare pesce, questa sera ne approfitteremo anche noi
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Passeggiamo tra i vicoli e sui moli fino alle 21, poi affamati ci dirigiamo verso la piazzetta
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Dopo una razione delle famosissime acciughe di Santona facciamo sparire anche una grossa pentola di risotto con l'aragosta!
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4 passi dopo cena per digerire....
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Il faro di Cudillero
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Il decimo giorno iniziamo a pedalare verso est, l'idea iniziale era di continuare verso ovest e attraversare anche la Galizia, ma le pessime previsioni ci fanno cambiare idea. Poco male, da Cudillero rimaniamo lungo la costa (per quanto è possibile) e attraversiamo Aviles, puntiamio al capo di Penas e poi alla città di Gijon nel cui campeggio ci fermeremo. Totale 77 chilometri, +934 metri.
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Aviles, noi ci siamo passati senza fermarci e non abbiamo visto nulla di particolarmente bello, però a quanto pare il centro storico e la zona del vecchio porto sono state ben recuperate e risultano piuttosto belle.
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pedalando tra campi e pascoli sul capo di Penas
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prendiamo una stradina secondaria e andiamo a vedere una delle poche spiaggette in questa costa di alte scogliere, quella di Verdicio
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e questo è il faro all'estremità del cabo di Penas
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bel posticino è??!!
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la punta del cabo de penas
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foto ricordo sul capo
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la stretta spiaggia di Candàs
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Poco prima di Gijon attraversiamo velocemente una zona di cave e ciminiere, la centrale termica di Abono
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Alle 18e40 raggiungiamo il centro storico di Gijon, posto sul promontorio di Cimadevilla
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la plaza de Marques con il palacio de Revillagigedo
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il lunghissimo... lungomare di Gijon
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la playa de San Lorenzo. Appena fuori dal centro, dopo il parco "el Rinconin", sorge il campeggio di Gijon
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Ore 21, una luce dorata avvolge tutto.
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Gijon dal campeggio. Prima di cenare siamo andati a "pucciare i piedi" nell'acqua fredda dell'oceano, in una spiaggetta sotto il campeggio, un paio di ore dopo il mare si è ritirato di 200 metri e ha lasciato scoperti tutti gli scogli che vedete in basso.
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Giorno 11. Continuiamo verso est, verso la Santander in cui prenderemoun mezzo pubblico per tornare a Pamplona. Le strade di oggi solo la N632 fino a Ribadesella e poi la AS263 fino a Llanes, 102 chilometri, + 1200 metri di dislivello.
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Lasciamo Gijon, ore 10.
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Santander si avvicina sempre più, domani la raggiungeremo.
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la ria de Villaviciosa con la bassa marea
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La giornata è decisamente grigia e nebbiosa, per fortuna pioverà solo nel tardo pomeriggio. Per pranzare ci fermiamo sulla playa de Espasa, le solite baguette imbottite degli ottimi salumi iberici innaffiate dalla bevanda principale asturiana, la sidra (come chiamano qui il sidro)
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surfisti sulla playa de Espasa
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Nonostante siamo a due passi dalla costa, i vari paesini che attraversiamo sembrano più legati alla campagna che al mare e al turismo.
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A Ribadesella, attraversiamo il ria Sella
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In questa zona le montagne della cordigliera Cantabrica sono vicinissime al mare, in prima linea ci sono la sierra de la Cubeta (870m) e la sierra Cuera (1315m), ma subito dietro, a 20 chilometri in linea d'aria dalla costa, ci sono i picos d'Europa che raggiungono con la torre del Cerredo i 2648 metri.
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Alle 18 ci fermiamo ad osservare i surfisti impegnati a cavalcare le onde della playa de san Antolin
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15 chilometri dopo la playa de san Antolin arriviamo a Llanes, sotto un rapido acquazzone estivo.
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Dodicesimo e ultimo giorno in sella, da Llanes e Santander, capitale delle Asturie, passando per San Vicente e per la medievale Santillana del Mar, 97 chilometri, + 1180 metri.
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è tornato il sole e la giornata si annuncia calda
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le scogliere di Llanes
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una delle spiaggette di Llanes
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los Cubos de la Memoria, Llanes
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nel centro di Llanes
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La Basilica de Santa Maria del Concejo, Llanes
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la playa del Torò, Llanes
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dopo una visita mattutina a Llanes (la sera prima pioveva!) riprendiamo la strada verso Santander.
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La Iglesia de N.tra S.ra de los Angeles, chiesa romanica dei secoli XIII e XIV, San Vicente da la Barquera.
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San Vicente de la Barquera, sulla sinistra si può notare il castello
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Attraversiamo il punte de la Maza sul ria Escudo
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Per pranzo ci fermiamo a Comillas, qualche info su questa particolare e ricca cittadina:
"Casonas dei secoli XVI-XVIII, La Plaza contornata da casonas dotate di ampi balconi e con stemmi e scudi delle famiglie proprietarie. Plaza del Corro de Campios dove si trovano i principali caffè e ristoranti ed è molto frequentata d'estate da turisti, Plaza de Costres Castos con torre, case con ampi terrazzi e una moderna fontana al centro, El Capricho di Antoni Gaudí, dichiarato «monumento histórico-artístico» nel 1969, di stile arabeggiante con portico e muri rivestiti di ceramiche, il Cementerio (il cimitero) con la scultura dell'Angelo sterminatore, opera di Josep Llimona che domina i resti della vecchia chiesa gotica, Iglesia de San Cristobal, chiesa parrocchiale del XVII secolo, Monumento al Marqués de Comillas opera di Lluís Domènech i Montaner che domina la città dall'alto di una collina con bella vista sulla costa. Pure in alto la grandiosa mole della Universidad Pontificia. L'Università Pontificia nacque nel 1881 grazie al patrocinio del capitalista e primo marchese di Comillas Antonio López López e di suo figlio come Seminario dei Gesuiti, iniziando l'attività nel 1892 con l'approvazione del papa Leone XIII. Fu riconosciuta poi come Università cattolica nel 1904, però trasferita a Madrid nel 1908. Il Vaticano concesse l'autorizzazione per la cessione del grandioso complesso con la condizione che l'acquirente ne curasse la manutenzione e la destinazione e l'uso non fossero contrari alla dottrina cattolica. La nuova proprietaria fu la Cassa di Cantabria, che lasciò inutilizzata buona parte dell'edificio e Comillas perse così un'importante istituzione culturale. Nel 2006 è sorta la Fundación Campus Comillas che si propone una nuova attività culturale a partire dal 2008."
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il Palau del Marquès de Comillas
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A Comillas c'è anche il mare oltre ai palazzi storici, riprendiamo a costeggiarlo fino a Caborredondo, poi la strada si stacca dalla costa e arriva a Santillana del Mar
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Entriamo tra le mura di Santillana del Mar, leggete qui sotto:
"Santillana del Mar è un comune spagnolo di 4.049 abitanti situato nella comunità autonoma della Cantabria, comarca della Costa Occidental. È una cittadina della costa cantabrica con nobili palazzi, con una famosa Collegiata e, a distanza di meno di due chilometri dal centro città, con la celebre grotta di Altamira, dichiarate dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1985 con la motivazione che "Altamira costituisce uno dei più famosi siti dell'arte preistorica". Fu una tappa del Camino de Santiago del Norte."
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e ancora:
"Appartiene alla Cantabria, che ha per capitale Santander, città dalla quale Santillana del Mar è a 30 km ad ovest. Dista inoltre 100 km da Bilbao. Scherzosamente si dice in Spagna che è la città delle tre bugie perché scomponendo il nome non è santa (santi), non è piana (llana) e non ha il mare perché è senza spiagge nel territorio comunale. In effetti è un borgo castigliano sulla costa Cantabrica che un recente referendum popolare ha dichiarato essere fra i paesi più belli della Spagna"
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"La storia di Santillana del Mar si identifica interamente con quella della Cantabria. La grotta con pitture rupestri di Altamira ed altre grotte attestano che in Cantabria e, in particolare nella zona dove oggi si trova Santillana, durante il Paleolitico e nei periodi successivi vi fu presenza umana. I primi insediamenti umani stabili furono dei popoli iberici-liguri che si fusero con i Celti nell'VIII secolo a.C. dando luogo ai popoli che abitarono in quei territori, ai quali fu dato il nome di Cantabria, derivato dalla lingua celta col significato di "territori degli uomini che vivono in montagna"; per i Romani significò "territorio degli uomini del nord".

I Romani, che erano sbarcati in Spagna nel 218 a.C. e in non molto tempo l'avevano conquistata quasi interamente, furono bloccati nell'intento di romanizzare tutta la penisola iberica dai popoli cantabrici che si opposero tenacemente alla conquista romana, favoriti anche dall'asperità del terreno, e dovettero passare due secoli prima che la conquista fosse completata. In Cantabria le varie tribù tutt'al più riunite in clan non avevano un'unità politica, trovarono invece un'unità militare e costrinsero i Romani a combattere la guerriglia nelle guerre cantabriche che durarono dal 29 al 19 a.C., costringendo i Romani ad impegnare ben sette legioni che sbarcarono a Portus Victoriae, l'attuale Santander. Fra storia e leggenda è il mitico personaggio di Corocotta che riuscì a riunire sotto il suo comando le varie tribù e su di lui i Romani si dice avessero posto una taglia di 250.000 sesterzi. Corocotta si sarebbe presentato personalmente ai Romani chiedendo il versamento della taglia e l'imperatore Augusto, che era venuto in Spagna a verificare personalmente l'andamento della guerra, ammirato e stupito da tanto coraggio, lo lasciò libero."
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"L'occupazione romana durò fino al 419 quando il degrado dell'impero favorì la discesa dei popoli germanici che attraversarono la Spagna del nord dirigendosi al sud; si fermarono invece i Visigoti che occuparono interamente la Spagna e costituirono un Regno con capitale Toledo. I popoli cantabrici rimasero indipendenti finché il re Leovigildo nel V secolo decise di sottometterli e a inglobarli nel regno di Toledo, che però per le solite lotte intestine e rivalità interne dei popoli barbari si suddivise in altri regni e ducati fra i quali nel VII secolo vi fu il Ducato di Cantabria il cui re Pietro si distinse nella lotta contro i Musulmani, che approfittando delle lotte fra i re visigoti e chiamati da una delle fazioni erano sbarcati nel 711 a Gibilterra e avevano conquistato tutta la penisola iberica con la sola eccezione di alcuni territori del nord, dai quali partì il celebre Pelagio che riuscì ad unire in un solo esercito le truppe dei diversi regni visigoti del nord che mal sopportavano la tutela che esercitava su di loro il Califfato di Cordova e, approfittando della crisi in cui era caduta Cordova, partì contro l'esercito musulmano sconfiggendolo a Covadonga sulle montagne cantabriche delle Asturie nel 722. Questo episodio è considerato dagli spagnoli l'inizio della cosiddetta Reconquista. Gli Arabi sconfitti anche dai Franchi che arrestarono il loro tentativo di penetrazione in Francia, si ritirarono al sud dove continuarono le lotte con i re cristiani. Col ducato di Cantabria si completò la cristianizzazione sia dei Visigoti che dei Romani che si estese così a tutta la Spagna che si contrapponeva ia Musulmani. Si spiega così l'alto potere politico che assunse la Chiesa che lo esercitò coi vescovi e gli abati dei monasteri durante l'Alto Medioevo."
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Alle 19, trenta chilometri dopo Santillana, arriviamo nella periferia di Santander.
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Alle 19e40 troviamo da dormire in un hostal in plaza de la Esperanza, anche qui 40 euro per due persone, senza colazione.
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Questa è la "lussuosa" camera dell'hostal
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e questa è la fantastica vista dalla finestra della camera, sull'ingresso di un cinema d'essai
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il viaggio è finito!!
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la sera facciamo un giretto veloce nel centro, assistiamo anche alla partenza del traghetto per l'Inghilterra.
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La mattina del tredicesimo giorno girelliamo un pò per Santander, questo in foto è il Banco di Santander. Ieri era bello, perciò come fosse una regola, oggi è grigio.
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Prima passeggiamo lungo il mare verso la peninsula de la Magdalena...
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Questo è il monumento a los raqueros, i ragazzini che tanti anni fa si gettavano in mare per raccogliere le monete che vi gettavano i turisti.
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il faro de la Cerda, sulla peninsula de la Magdalena
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il faro "de Mouro"
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Questo è il palacio de la Magdalena:
"Il Real Palacio de la Magdalena o semplicemente Palacio de la Magdalena è un palazzo situato nella penisola de La Magdalena, nella città spagnola di Santander, in Cantabria (Spagna settentrionale), costruito tra il 1908 e il 1912 su progetto degli architetti Javier González Riancho e Gonzalo Bringas Vega come residenza estiva per Alfonso XIII di Spagna. L'edificio è classificato come "monumento storico-artistico" (dal 1982). La costruzione fu iniziata dal comune di Santander nel 1908, grazie ai proventi derivati da una sottoscrizione popolare da parte degli abitanti della città. La costruzione terminò nel 1912. La famiglia reale fece il proprio ingresso per la prima volta nel palazzo il 4 agosto 1913. La residenza fu frequentata dalla famiglia reale per 17 anni consecutivi, dal 1913 al 1930. Nel 1977 il sito fu aperto al pubblico[1] e nel 1982 il palazzo venne dichiarato "monumento di interesse storico-artistico".""
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la playa del "Camello"
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Questa è la playa del Sardinero, davanti all'omonimo quartiere
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Ultima foto ricordo a Santander, davanti alla playa del Sardinero
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Il viaggio termina verso le 14e30 nella stazione dei Bus, infatti non abbiamo usato il treno per tornare a Pamplona, ma il pulman. In Spagna sono davvero molto utilizzati, solo per la corsa Santander - Pamplona avevamo a disposizione 5 o 6 corse giornaliere, durata del viaggio circa 4 ore. In treno avremo dovuto fare 2 o 3 cambi e ci avremo messo il doppio del tempo.
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Stazione dei bus di Pamplona. Ora il viaggio è finito davvero. Trovo che sia stato molto bello, nonostante le variazioni di percorso e il meteo non sempre bellissimo. Sicuramente la Spagna è un paese in cui dobbiamo tornare, ci sono posti bellissimi e soprattutto una grandissima varietà di ambienti. Purtroppo c'è solo un agosto l'anno.