Rif.Berni al Gavia - punta San Matteo (3678m) 19 Luglio 2014
aereisentieri
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Ore 5e20, parcheggiamo nei pressi del rifugio Berni, un chilometro e mezzo prima del passo Gavia (arrivando da Santa Caterina Valfurva). La meta odierna è la punta San Matteo (3678m), una delle famose tredici cime che circondano il ghiacciaio dei Forni. La compagnia è quella della settimana scorsa al bivacco Manzi-Pirotta in val Masino: io, Alberto e Massimo, purtroppo Eli deve lavorare per l'ennesimo week end (avrebbe tanto voluto salire il San Matteo!!! Sarà per un'altra volta, magari partendo dai Forni)
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Sempre dall'auto, la vista non è molto confortante, noi dobbiamo infilarci in quella vallata e risalirne il lungo ghiacciaio verso la cima, quelle nuvole non sono proprio l'ideale!!
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in rosso la traccia, lunghezza 14,1 chilometri (A/R) e dislivello positivo 1350 metri.
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Dal rifugio si scende in breve verso un ponticello che scavalca il torrente Gavia, poi si seguono le indicazioni per il bivacco "brigata Monte Ortles", inizia una salitina tra prati e rocce fino ad un colletto a circa 2630 metri (la foto è scattata dal colletto), oltre si scende nuovamente fino a 2560 metri. Come avrete notato le nuvole sono sparite tutte, però.... certo che la cima sembra lontanissima!
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Già dal colletto l'itinerario è tutto visibile.
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salendo lungo le morene, alle nostre spalle la strada che da Santa Caterina sale verso il passo Gavia (freccina) , sopra la cima di Gavia (2991m) e più a destra la costa Sobretta, posta sopra gli impianti sciistici di Santa C.V.
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Alberto e Massimo all'inizio del ghiacciaio, a destra si vede la prima seraccata che precipita verticale dal dolce pendio soprastante
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la seraccata verticale che aggireremo a destra
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visto il caldo di questi giorni temevamo di trovare la neve sfondosa, invece man mano che abbiamo preso quota abbiamo notato che c'è stato un ottimo rigelo notturno, la neve è bella duretta e si procede molto bene! Ci leghiamo, si parte. Ci sono anche altri due ragazzi lecchesi, partiti dall'auto in contemporanea con noi.
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mentre risaliamo il primo ripido pendio compare a sinistra il Tresero, io ed Eli lo abbiamo salito con le ciaspole (dal versante dei Forni) nell'aprile di quest'anno
(clicca QUI per le foto)
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Oltrepassato il primo pendio la strada si spiana, non resta che risalire il lungo ghiacciaio di Dosegù fino al colletto indicato in foto. Crepacci per ora assenti, solo qualche taglio largo una ventina di centimetri nei cambi di pendenza.
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Al sole! Ma la neve tiene ancora perfettamente
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breve pausa snack e acqua
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il colle è sempre più vicino, dopo ci sarà il breve canalino che è forse il tratto più ripido della salita
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mentre risaliamo il pendio sotto il colle scendono tre ragazzi con gli sci, siamo decisamente avanti con la stagione per lo scialpinismo....ma d'altronde c'è ancora tanta neve in quota! Certo che gli sci se li devono portare per un bel pò attaccati allo zaino....
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a destra del dentone di roccia in mezzo alla foto, si vedono i due ragazzi che ci precedono ormai al termine del canalino
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(FOTO DI ALBERTO) raggiungiamo il colle, da qui la vista spazia sui non lontani giganti del gruppo Ortles-Cevedale e sul sottostante ghiacciaio dei Forni
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e qui una bella carrellata di vette, un paio già salite: Cevedale e Palon de la Mare
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si va, verso la cima
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ormai al termine del canalino, in queste condizioni decisamente banale
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oltre il canalino, 10 minuti di cresta
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i ripidi scivoli che precipitano verso il ghiacciaio dei Forni
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ultima rampa
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indietro
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certo, non credevamo di essere da soli, ma non ci aspettavamo nemmeno questa ressa! In cima troviamo una trentina di persone, di cui almeno 20 tedeschi, un gruppone probabilmente partito dal rifugio Branca con 3 o 4 guide alpine.
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chiedo a uno dei pochi italiani di farci una foto, in cima al San Matteo! Cliccate QUI se volete vedere un video della salita.
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la sala da pranzo con vista panoramica
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sulla neve, verso la punta Giumella, si vede bene la traccia di quelli salita dalla parte del Branca
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(FOTO DI ALBERTO) torniamo verso il colle
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(FOTO DI ALBERTO) in basso al canalino, ogni tanto ci sono anche io nelle foto...
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la discesa del lungo ghiacciaio si rivela quasi più faticosa della salita, il sole caldo ha fatto velocemente effetto e ora si sprofonda 20 o 30 centimetri, ci salviamo un pò ricalcando le traccie vecchie
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la prima seraccata, ora al sole
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ormai ci siamo...
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dalla macchina, era da un pò che non faceva una così bella giornata!!